psicologia

Come vivere bene senza Dio

Nessuno può essere certo dell’esistenza delle divinità. E nessuno può pensare che le morali religiose siano ancora una guida affidabile solo perché sancite da Dio. L’uomo è solo davanti alle grandi scelte della vita, spetta dunque a lui darle senso. È possibile restarne intimoriti. Ma è anche possibile compiere scelte in grado di farci vivere con soddisfazione la vita che desideriamo vivere. È la via dell’ateismo.

Homo credens

Perché crediamo in quello che crediamo? Perché il nostro cervello ci spinge a farlo. È infatti una sorta di motore di credenze: raccoglie informazioni dai sensi e con naturalezza genera convinzioni che si incanalano in schemi predefiniti e che ci sembrano perfettamente plausibili. Così plausibili che siamo pronti a difenderle a oltranza. Anche quando non lo sono, e anche quando tutti — a partire dagli scienziati — le ritengono estremamente improbabili.

Perché crediamo in Dio (o meglio, negli dèi)

È la nostra mente che genera le credenze religiose, sostiene lo psichiatra J. Anderson Thomson. E in questo libro vi spiega perché. La sua ricerca sui meccanismi cerebrali e sull’evoluzione della nostra psiche non è diversa da quella condotta da un astronomo nei confronti di un corpo celeste. Perché quando si ha di fronte la realtà, non ci resta che osservarla scientificamente facendo buon uso della ragione.

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