ateismo

Homo credens

Perché crediamo in quello che crediamo? Perché il nostro cervello ci spinge a farlo. È infatti una sorta di motore di credenze: raccoglie informazioni dai sensi e con naturalezza genera convinzioni che si incanalano in schemi predefiniti e che ci sembrano perfettamente plausibili. Così plausibili che siamo pronti a difenderle a oltranza. Anche quando non lo sono, e anche quando tutti — a partire dagli scienziati — le ritengono estremamente improbabili.

50 motivi per cui si crede in Dio, 50 ragioni per dubitarne

Perché la gente crede in Dio? Non per i motivi che ci potremmo aspettare leggendo i soliti libri sull’argomento: non per l’efficacia dell’evangelizzazione, non per una profonda riflessione interiore, non per la condivisione di “prove” filosofiche. Le religioni possono essere molto diverse, ma i motivi più frequentemente citati dai loro fedeli sono molto simili e molto semplici. E forse per questo non erano stati, sinora, presi molto sul serio.

Ateismo ragionevole

L’ateismo è sempre più diffuso, ma non lo è la sua accettazione sociale. Le critiche nei suoi confronti, talvolta durissime, si sprecano, e non provengono soltanto dai fedeli più semplici, ma anche da autorevoli esponenti del mondo intellettuale. Eppure la posizione atea non è affatto estremista, anzi: è una posizione moralmente e intellettualmente rispettabile. L’ateismo è assolutamente razionale. Ma deve essere presentato in modo ragionevole.

Credere alle cazzate

Un numero impressionante di persone si nutre di credenze assurde e ridicole. Perché? Perché chiunque può finire per crederci. Astrologia, sensitivi, profezie di Nostradamus… pensate che basti essere persone istruite e acculturate per restarne alla larga? La risposta è un sonoro “no”. Esistono infatti molti trucchi retorici che possono trasformare un insieme di idee in una trappola psicologica, nella quale si è invogliati a entrare ma dalla quale è poi quasi impossibile uscire.

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